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COSA NON FARE CON IL CAMBIO AUTOMATICO

 In Gigi Blog

Il cambio automatico (ci riferiamo al cambio classico con convertitore di coppia, non ai doppia frizione o ai variatori continui CVT) è diventato di uso comune soprattutto nell’alto di gamma. Preciso, confortevole e, grazie ad elettroniche di gestione sempre più sofisticate, è diventato anche molto più parco nei consumi rispetto al passato. Qualcuno addirittura lo definisce sportivo, una forzatura dato che non essendoci collegamento diretto tra ruote e motore, soprattutto in rilascio, presenta comunque dei ritardi di risposta, nella ripartenza, che mal si addicono alla guida sportiva. Grazie sempre all’elettronica di gestione, si presenta con tre possibili configurazioni: D – drive, dove la scelta della marcia da innestare dipende dal carico e dalla velocità della vettura, spesso richiamata da una memoria storica di utilizzo che lo rende adattivo. M – manuale, il guidatore può decidere di utilizzare questa configurazione per effettuare i cambi marcia volontariamente, inibendo l’elettronica di gestione. Erroneamente si pensa –  e si vende – questa configurazione per un utilizzo “più divertente e sportivo” del cambio. In realtà questo programma è stato realizzato perché chi guida possa decidere l’unica cosa che l’elettronica non può fare: prevedere. Infatti va inserito all’approssimarsi di una curva o di una discesa per far sì che il limitato “freno motore” che ne consegue possa migliorare la marcia della vettura. Francamente la precisione e la concentrazione della gestione elettronica non sono comparabili con quella del guidatore medio: meglio lasciare a lei la scelta della marcia più adatta! Anche perché, in modelli premium evoluti, da tempo si utilizza un programma come il Connected shift che, grazie alla “visione della strada”, letta sul navigatore di bordo, l’elettronica è in grado di prevedere sia le curve che le discese. Se proprio si vuole dimostrare di avere una guida sportiva e piena padronanza di cambio e motore, si può sfruttare l’adattività del cambio facendolo lavorare più rapidamente, dando dei colpetti veloci all’acceleratore. In questo caso si comunica al cambio la volontà di essere più rapidi: il quale reagirà scalando una marcia e sarà pronto per una più rapida performance. S – sport, in questa configurazione il sistema accelera la cambiata e la pone ad un regime di rotazione più elevato, sempre in relazione al carico e alla velocità.

È necessario ricordare che il moto dal motore alle ruote viene trasmesso tramite una serie di frizioni in bagno d’olio che sono estremamente efficaci per il comfort della marcia, molto meno adatte per sopportare strappi. Quello che non si deve MAI fare con un cambio automatico di questo tipo è passare dalla marcia avanti a quella indietro e viceversa con la vettura in movimento, oppure partire, passare cioè da P o N a D, con il motore alto di giri. Si consumano molto precocemente le frizioni, che lasciano dei residui, che vengono raccolti dall’olio idraulico, che intaserà i condotti e renderà le cambiate lente e incerte. Il cambio comincerà a strappare ad ogni cambiata, soprattutto a carico parziale, fino ad arrivare alla sua completa incapacità di trasferire il moto.